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domenica 17 novembre 2013

EDGAR MORIN.. chi è costui?

edgar.m.

(fonte immagine: http://www.meetthemediaguru.org/edgar-morin-11-11-2009-teatro-dal-verme/)


Ciao a tutti!
Come avete potuto leggere nel post EDCANDO-SI! ho citato un autore a me molto caro: Edgar Morin
L'ho incontrato per la prima volta a Liceo, anche se nn è stato subito amore a prima vista, data la complessità dei suoi discorsi, ma col tempo ho iniziato a comprendere cosa voleva insegnarci e ho iniziato ad amare molto il suo pensiero. Ho deciso di parlarvi un po' di lui e di alcuni suoi libri che mi hanno particolarmente affascinata.

Vita dell'autore
( http://193.204.255.27/~morin/morin/?q=node/1)
Edgar Morin, rifuggendo da qualsivoglia etichetta, può essere considerato uno dei maestri della cultura contemporanea, una delle figure intellettuali più autorevoli del XX secolo, un pensatore planetario, così come è stato definito recentemente da Alain Touraine. Interprete e protagonista delle trasformazioni della nostra società, Morin ha saputo riunire nelle sue riflessioni pensiero e vita, teoria e prassi, scienza e vita quotidiana; connessioni che si esplicitano attraverso la chiara, evidente e coerente liaison tra l'uomo Morin e l'uomo di Morin.

Nato a Parigi l'8 luglio 1921 da genitori ebrei sefarditi, Edgar Morin ha fatto delle sue origini meticce, descritte nella biografia Vidal mio padre (1989), – sia il ramo materno che il ramo paterno ha sostato in Italia, Spagna e Turchia – il suo tratto distintivo, percependosi come "neomarrano", cittadino del mondo, nomade globalizzato, sensibile interprete delle diversità culturali ed entusiastico fautore della creolizzazione; appassionato difensore della "causa" dell'uomo e profondo scandagliatore della sua condizione, originariamente interpretata come sinolo di individuo-specie-società. L'origine ebrea e meticcia e il conseguente spaesamento culturale che ne consegue, oltre alla perdita prematura e inaspettata di sua madre quando aveva soli nove anni, hanno fatto di Morin un "onnivoro culturale", un ricercatore insaziabile di affetto, della dimensione comunitaria. 

Autodidatta, in quanto dovette interrompere gli studi universitari intrapresi alla Sorbona di Parigi per impegnarsi nella Resistenza, dopo aver simpatizzato per un breve periodo per i movimenti anarchici, pacifisti e libertari, Morin aderì al Partito Comunista Francese, da cui fu espulso nel 1951. Gli anni della Resistenza a Tolosa e Lione furono centrali e determinanti per Morin, proprio perché in questo periodo conobbe e iniziò a collaborare con diversi intellettuali come Clara e André Malraux, Georges Friedmann, Vladimir Jankélévitch, Marguerite Duras, Albert Camus e Merleau-Ponty. Durante le operazioni della Resistenza, per non rischiare di essere arrestato dalla Gestapo, Morin fu costretto a cambiare più volte la sua identità, di qui il suo cognome attuale. Come sappiamo il suo vero cognome è Nahum e, come ama definire Morin stesso, la sua è una doppia identità: Edgar Morin Nahum.

Nel 1945, dopo aver accettato un lavoro per le truppe francesi occupanti il territorio tedesco, Morin sposa Violette, anche lei sociologa, con la quale aveva condiviso molte esperienze clandestine durante la Resistenza e dalla quale avrà due figlie, Iréne e Véronique. Dal periodo trascorso in Germania - a Lindau, una città sul Lago di Costanza – Morin trasse i materiali che lo avrebbero portato a scrivere il suo primo libro L'An zéro de l'Allemagne (1946), che riscosse un inaspettato consenso all'interno del Partito Comunista Francese, grazie proprio al cambiamento delle strategie politiche staliniane di quel periodo. Di li a poco, Morin si appassionò al tema antropologico della morte, dedicando due anni di ricerca per interrogare e analizzare con una prospettiva interdisciplinare le varie declinazioni di tale concetto. Tale progetto di ricerca si concretizzò nel volume L'Uomo e la morte pubblicato nel 1951, che coincise con altri due eventi estremamente significativi nella biografia moriniana: l'uscita definitiva dal Partito Comunista Francese e l'ingresso al CNRS. Grazie proprio all'intercessione di Georges Friedmann, Vladimir Jankélévitch, Merleau-Ponty e Pierre Georges, Morin fece l'ingresso come sociologo al CNRS, proseguendo i suoi studi sull'antropologia della morte e interessandosi alla sociologia del cinema, al divismo e alla cultura di massa. Di qui i suoi libri: Il cinema o l'uomo immaginario (1956), I divi (1957) e Lo spirito del tempo (1962).

Nel 1967 l'interesse di Edgar Morin per la comunicazione di massa troverà continuità e ulteriore spazio nella rivista Communications, fondata con la collaborazione di Georges Friedmann e Roland Barthes, di cui è attualmente co-direttore.Accanto a questi interessi di ricerca che fanno di Edgar Morin l'iniziatore degli studi sulla comunicazione di massa in Italia e a livello internazionale, la sua riflessione manterrà sempre un forte ancoraggio ai temi antropo-politici, sia mediante la fondazione nel 1956 della rivista Arguments con altri intellettuali transfughi del P.C.F. sia attraverso un'importante lavoro di autocritica sulle ragioni che lo portarono ad aderire prima alla Resistenza e successivamente al P.C.F. (Autocritica, 1959). La preoccupazione di ricercare una politica per l'uomo sarà messa nuovamente a tema qualche anno dopo, prima in Introduzione ad una politica dell'uomo (1965) e in seguito in Una politica di civiltà (1997), scritto con Sami Naïr.

Alla fine degli anni Sessanta, fu offerta ad Edgar Morin la possibilità di un soggiorno di studio al Salk Institute in California, in cui dall'incontro con la teoria dei sistemi e la cibernetica trasse ispirazione per l'elaborazione e la formulazione del progetto di ricerca – di natura marcatamente epistemologica - che caratterizzerà più di ogni altro il suo percorso intellettuale e che svilupperà per passaggi intermedi fino ai nostri giorni. I primi risultati di questa sua riflessione sono rappresentati proprio dai volumi Il paradigma perduto. Che cos'è la natura umana? (1973) e L'Unité de l'homme (1974), quest'ultimo edito insieme a Massimo Piattelli-Palmarini.
L'incontro con il concetto della complessità, avvenuto negli anni Settanta, sarà decisivo per dare l'abbrivio alla riflessione contenuta nell'"opera magna" Il Metodo – articolata attualmente in sei tomi (1977, 1980, 1986, 1991, 2001, 2004) - che ha sviluppato per interi decenni un lavoro di rottura degli schemi filosofici e accademici imperanti, una vera sfida della complessità, una proposta epistemologica e metodologica per ripensare le forme e le modalità di pensiero, di conoscenza e dell'insegnamento. L'imprescindibile questione della formazione dei formatori, così come l'urgenza di una riforma del pensiero e della conoscenza interconnesse alla riforma dell'insegnamento hanno fatto sì che, nel 1998, Edgar Morin venisse nominato dall'allora Ministro dell'Istruzione francese Claude Allègre, Presidente del Comitato Scientifico per la riforma dei saperi nelle scuole secondarie superiori. Va riconosciuta a Morin la capacità di aver colto, attraverso una strategia di tipo bottom-up, la chiave di accesso alla roccaforte dei saperi, a quella che egli definisce La Scuola del Lutto, ossia le istituzioni formative e in particolare l'Accademia che, spesso, si presentano ripiegate su se stesse, impegnate a ragionare per riduzionismi e iper-specializzazioni, piuttosto che per connessioni. All'interno di questo contesto teorico, trovano pertanto legittimità i suoi lavori La testa ben fatta. Riforma dell'insegnamento e riforma del pensiero (1999), Relier les connaissances (1999) e I sette saperi necessari all'educazione del futuro (2000).
Narratore del globale e del locale, del generale e del singolare, l'uomo Morin non hai mai rifuggito dalle prospettive più ampie, dalle visioni più sintetiche, dai punti di vista più panoramici, ma ha posto la sua attenzione anche sui dettagli più minuti della vita quotidiana, sui modi in cui le idee prendono corpo nei vissuti e nelle esperienze di ogni persona. In lui l'osservazione ha sempre l'auto-osservazione come necessario complemento, in quanto condizione di una ricerca autentica, capace di svelare, prima che negli altri, in se stesso l'origine ricorrente dell'errore e della menzogna. Il vivo del soggetto (1969) e I miei demoni (1994) sono fra i prodotti di questa ricerca, quanto mai rispettosa e quasi commossa rispetto all'ambivalenza della mente e del cuore umani.

Parallelamente, l'illustre genere letterario dei Diari ha avuto nuovo impulso dai "Journaux" (Diario di California, 1970; L'année-Sisyphe, 1995; Pleurer rire aimer comprendre, 1996). Simmetricamente, l'uomo di Morin non può essere pensato in astratto, ma come un'identità complessa che abita il suo tempo e la Terra-Patria (1993), che esperisce e diviene eticamente responsabile dei rischi ambientali, nucleari, terroristici, che minacciano il nostro pianeta.

Attualmente Edgar Morin è Presidente dell'Associazione per il Pensiero Complesso con sede a Parigi e Presidente dell'Agenzia europea per la Cultura (UNESCO). In Italia, oltre ad aver ricevuto numerose onorificenze, Morin è presidente onorario del Centro di Ricerca sull'Antropologia e l'Epistemologia della Complessità dell'Università degli Studi di Bergamo.

Elogio di Edgar Morin da parte del professor Mauro Ceruti, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bergamo, in occasione della consegna della laurea honris causa in Scienze dell'Educazione, 27 febbraio 2003.


Potete trovare la vita dell'autore anche in Wikipedia


edgar M




  • 1951, L’Homme et la mort
  • 1962, "L'esprit du temps"
  • 1969, La Rumeur d’Orléans
  • La Méthode (6 volumi)
    • 1977, La Nature de la nature
    • 1980, La Vie de la vie
    • 1986, La Connaissance de la connaissance
    • 1991, Les Idées
    • 2001, L’Humanité de l’humanité
    • 2004, L'Éthique complexe
  • 1970, Journal de Californie
  • 1973, Le paradigme perdu: la nature humaine
  • 1981, Pour sortir du siècle XX
  • 1982, Science avec conscience
  • 1983, De la nature de l’URSS
  • 1990, Introduction à la pensée complexe
  • 1993, Terre-patrie
  • 1994, Mes démons
  • 1994, La Complexité humaine
  • 1997, Comprendre la complexité dans les organisations de soins
  • 1999, L’Intelligence de la complexité
  • 1999, Relier les connaissances
  • 1999, La Tête bien faite
  • 2000, Les Sept savoirs nécessaires à l'éducation du futur
  • 2001, Journal de Plozévet, Bretagne
  • 2002, Pour une politique de civilisation
  • 2002, Dialogue sur la connaissance. Entretiens avec des lycéens
  • 2003, La Violence du monde
  • 2003, Éduquer pour l’ère planétaire, la pensée complexe comme méthode d’apprentissage dans l’erreur et l’incertitude humaine
  • 2003, Les Enfants du ciel: entre vide, lumière, matière
  • 2004, Pour Entrer dans le siècle XXI

In lingua italiana

  • L'industria culturale: saggio sulla cultura di massa, Il Mulino, Bologna 1963;1974
  • Il paradigma perduto: che cos'è la natura umana? Bompiani, Milano 1974 (poi Feltrinelli, Milano 1994).
  • Il metodo 3. voll., Raffaello Cortina, Milano 1977 (poi Feltrinelli 1983, 1987 (II), 1989).
  • Il rosa e il nero, Spirali, Milano 1984.
  • La vita della vita, Feltrinelli, Milano 1987.
  • Pensare l'Europa (1987), Feltrinelli, Milano 1988, 1990.
  • Introduzione al pensiero complesso, Sperling & Kupfer, Milano 1993.
  • Terra-Patria (in collaborazione con Anne Brigitte Kern) Raffaello Cortina, Milano 1994.
  • I miei demoni, Meltemi, Roma, 1999, 2004.
  • Amore, poesia, saggezza, Armando, Roma 1999.
  • Una politica di civiltà, con Sami Nair, Asterios, 1999.
  • La testa ben fatta. Riforma dell'insegnamento e riforma del pensiero, Raffaello Cortina, Milano 2000.
  • Introduzione a una politica dell'uomo, Meltemi, Roma 2000.
  • I sette saperi necessari all'educazione del futuro, Raffaello Cortina Editore, Milano 2001.
  • Educare gli educatori. Una riforma del pensiero per la democrazia cognitiva, EdUP, 2002.
  • Il metodo 1. La natura della natura, Raffaello Cortina Editore, Milano 2001.
  • Il metodo 2. La vita della vita, Raffaello Cortina Editore, Milano 2004.
  • Il metodo 3. La conoscenza della conoscenza, Feltrinelli, Milano, 1989 (poi Raffaello Cortina Editore, Milano 2007).
  • Il metodo 4: Le idee: habitat, vita, organizzazione, usi e costumi, Raffaello Cortina Editore, Milano 2008.
  • Il metodo 5. L'identità umana, Raffaello Cortina Editore, Milano 2002.
  • Il metodo 6. Etica, Raffaello Cortina Editore, Milano 2005.
  • Il mondo moderno e la questione ebraica, Raffaello Cortina Editore, Milano 2007.
  • L'uomo e la morte, Meltemi, Roma 2002.
  • Lo Spirito del Tempo, Meltemi, Roma 2002 (con ristampa della nuova edizione marzo 2008).
  • (con Jean Baudrillard), La violenza del mondo. La situazione dopo l'11 settembre, Pavia-Como, Ibis, 2004.
  • Il Gioco della Verità e dell'Errore. Rigenerare la parola politica. Edizioni Erickson, Trento, 2009
  • Pro e Contro Marx. Ritrovarlo sotto le macerie dei marxismi. Edizioni Erickson, Trento, 2010
  • La mia sinistra. Edizioni Erickson, Trento, 2011
  • La via. Per l'avvenire dell'umanità. Raffaello Cortina Editore, Milano 2012
  • I miei filosofi. Edizioni Erickson, Trento, 2013





testa ben fatta

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